Una riduzione e un adattamento intelligenti, quelli di Claudio Blancato e Franca De Santis, della bisbetica domata dell’eterno Shakespeare.
Una bisbetica perfetta, Franca De Santis, sgraziata al punto giusto per entrare nel personaggio, interpretato da una coatta della borgata Finocchio di Roma, “corteggiata” da un povero Petruccio, interpretato dal regista stesso Claudio Blancato, che nella narrazione è anche il regista delle prove.
Tutto lo spettacolo alterna fasi di teoriche prove della compagnia, dietro le quinte compresi, con un attore squattrinato ad interpretare Battista, il padre di Caterina (Fernando Sbriscia, abilissimo nell’invecchiarsi per adeguarsi al personaggio) e due artisti di strada a fare i menestrelli, Alessandro Tozzi e Pino Pontuali, che come di consueto porta il valore aggiunto delle musiche suonate col suo organetto.
Spettacolo zeppo di trovate divertenti, sia nella scena vera e propria che nelle “pause delle prove”, scenografia non esagerata ma opportunamente divisa nei vari ambienti. I personaggi minori come la sorella Bianca o il prete che si occupa del penoso ufficio di celebrare il matrimonio vengono realizzati attraverso i menestrelli stessi con improbabili camuffamenti, in modo da non essere di certo irriconoscibili.
Caterina è, come vuole Shakespeare, intrattabile all’inizio per poi addolcirsi gradualmente, ma questo avviene puntando sempre il mirino sull’attualissimo argomento del rispetto per la donna, tanto più che lo spettacolo va in scena il giorno dell Festa della Mamma, per cui non è ben chiaro chi sia il vero vincitore della contesa, se Petruccio, autore dell’impresa di aver domato Caterina, o Caterina stessa che ce lo fa soltanto credere.
Un’attualizzazione ben riuscita, messa in scena dagli attori dell’Alchimia.